Come scrivere un’autocertificazione: quello che dovete sapere

Come scrivere un’autocertificazione? Impararlo a fare potrebbe davvero esservi utile. Ma a cosa serve autocertificarsi? Si tratta, in sintesi, di avvalersi della “facoltà riconosciuta ai cittadini di presentare, in sostituzione delle tradizionali certificazioni richieste, propri stati e requisiti personali, mediante apposite dichiarazioni sottoscritte e firmate dall’interessato”. Un grande passo avanti nella lotta alla burocrazia, ancor più dopo che il fatto che la firma non deve essere più autenticata.
Di base, la possibilità di autocertificarsi impone l’obbligo alla Pubblica Amministrazione 
di accettare questi documenti, riservandosi ovviamente il diritto a controllare e a verificare in caso di sussistenza di ragionevoli dubbi sulla veridicità del contenuto. Se siete interessati a questa pratica, vediamo come si fa.

Perché è importante scoprire come scrivere un’autocertificazione? Perché l‘autocertificazione è un modo per dimostrare di essere malati o feriti e di dover, di fatto, prendere una pausa produttiva per riprendersi. Non tutti i datori di lavoro chiedono ai loro dipendenti di farlo ma avere questa competenza male non vi farà quando sarete anche voi nel mondo occupazionale ed avrete a che fare con le aziende.

Chi si può autocertificare? Di sicuro tutti i cittadini italiani e, ovviamente, tutti i cittadini dell’Unione Europea. I cittadini extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno possono, invece, sfruttare le potenzialità di questo strumento solo per quei dati attestabili dalle Pubbliche Amministrazioni.

Il responsabile del contenuto di una autocertificazione è chi la scrive (per cui cercate di fare davvero attenzione). Il documento è sempre esente dall’imposta di bollo e non è necessaria l’autenticazione della firma. Qualora il documento sia inviato tramite posta o fax (se ancora qualcuno usa il fax!), siete obbligati (pena l’annullabilità del tutto) ad allegare la copia di un vostro documento di identità (ovviamente valido). Autocertificarsi va bene, mentire parlando a nome di qualcun altro no.

Il modulo autocertificazione

Come è strutturata un’autocertificazione? Questa, che ricordiamo è “una dichiarazione sostitutiva di certificazione resa ai sensi dell’art. 46, lettera c, del DPR n. 445 del 28/12/2000”, ha alcuni paletti entro i quali deve attenersi. Il punto cardine è che, in questo genere di documento, devono essere riportati i dati anagrafici completi del dichiarante e anche, in modo chiaro, l’oggetto dell’autocertificazione (cioè per cosa vi state autocertificando).

Non solo. Con l’introduzione della normativa sulla tutela dei dati personali (la famosa legge sulla Privacy) dovrete, forzatamente, allegare anche una liberatoria, che, in base all’art. 13 del D.Lgs. 196/2003, dia il diritto a chi riceve la dichiarazione di trattare i dati presenti anche con strumenti informatici, ovviamente esclusivamente nell’ambito e per le finalità del procedimento per il quale la dichiarazione viene resa.

Il modello di autocertificazione

Attenzione perché sapere come scrivere un’autocertificazione tout-cour diventa poco se non andate nello specifico. Ecco una lista di possibile attestati che potete “farvi” per darvi l’idea del vostro campo d’azione:

  • Estratto di nascita;
  • Certificato di residenza;
  • Certificato di laurea;
  • Certificato di matrimonio;
  • Certificato di stato di famiglia;
  • Certificato di titolo di Studio;
  • Certificato nascita di figlio;
  • Certificato di godimento di diritti politici;
  • Certificatodi cittadinanza italiana;
  • Certificato di morte per l’Agenzia delle Entrate.

Il modello autocertificazione è obbligatoriamente accettato da tutte le amministrazioni pubbliche (Comuni, Provincie, Regioni, Scuole, Università, ecc.) e anche dai gestori di servizi pubblici. Attenzione, però, perché, come già detto, le amministrazioni pubbliche e i gestori hanno l’obbligo di controllare la veridicità delle auto dichiarazioni. E se questa non fosse riscontrata? Corre l’obbligo ricordarvi che, in caso di dichiarazione falsa o errata, il dichiarante può incorrere in una condanna penale, oltre a perdere gli eventuali benefici ottenuti con l’autocertificazione.

Un fac-simile di autocertificazione

Se questa mini-guida sulla possibilità di autocertificazione vi interessa e la trovate utile, ancor più utile sarà avere un modello già fatto. Ve lo riportiamo qua sotto:

 

Dichiarazione sostitutiva di certificazione (art. 46 D.P.R.28 dicembre 2000 n. 445 )Il/la Sottoscritto/_______________________________ c.f._________________________
nato a ____________________________ (_____) il____/____/_____,
residente a _____________________ (_____) in __________________________ n° _____consapevole che chiunque rilascia dichiarazioni mendaci è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia, ai sensi e per gli effetti dell’art. 46 D.P.R. n. 445/2000DICHIARA ________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Luogo,__________________ ______________________________

Firma del dichiarante

(per esteso e leggibile)

Ai sensi dell’art. 10 della legge 675/1996 e successive modificazioni, le informazioni indicate nella presente dichiarazione verranno utilizzate unicamente per le finalità per le quali sono state acquisite.

Da qua, invece, potete scaricare un fac-simile di autocertificazione.

Come scrivere un’autocertificazione lo avete capito? Non è complesso, basta conoscere i confini entro cui potete muovervi. Non è tanto diverso il discorso quando vi muovete nella vostra formazione. Quello che potete o non potete fare in quella circostanza, però, non lo stabilisce una legge ma una serie di decisioni dell’Ateneo che potete trovare facilmente sul sito ufficiale ma anche e soprattutto tra le righe dei nostrarticoli del blog universitario di Torino. Chiaro? No? E allora, attraverso l’apposito form di richiesta di informazioni, chiedeteci quello che per voi fa chiarito meglio. Noi siamo qua.


CHIEDI INFORMAZIONI

icona link