Piatti tipici torinesi: ecco cosa devi assaggiare in città
Perché fare una guida sui piatti tipici torinesi? Tranquilli, non siamo impazziti e non vogliamo diventare competitor del Gambero Rosso. Noi, però, crediamo fortemente nell’importanza della gestione del tempo libero di uno studente perché crediamo che la testa sia come un muscolo di un atleta. Va allenata e spinta ma va anche fatta riposare per dare il tempo all’apprendimento di sedimentarsi. Ecco perché, tra un post e l’altro smaccatamente legati ai consigli su come studiare all’università a Torino, ci sentiamo in dovere di segnalarvi anche aspetti più ludici. E così, se siete studenti fuori sede e non avete ancora compreso a pieno la cultura della città che vi sta ospitando e che lo farà per tutti questi anni di studio, iniziare a conoscerne i gusti vi aiuterà molto. Contrariamente a quanto si dice circa i menu piemontesi nel resto dell’Italia, la cucina regionale qui, e più nello specifico del suo capoluogo, è tutta da scoprire e da godere. Cerchiamo di farvi capire meglio entrando nel vivo dell’argomento.
Interessati ai piatti tipici torinesi? Ottima scelta. Il cibo in questa città è un elemento centrale perché riporta e sintetizza tutta la cultura piemontese. Tutti i più grandi storici, non a caso, non possono parlare di Torino senza menzionare le ricette che hanno costruito la sua storia e che ancora oggi si prendono cura delle sue tradizioni.
L’attuale situazione gastronomica di Torino è essenzialmente divisa in tre parti:
- i grandi ristoranti cittadini, che rappresentano il picco della gastronomia piemontese;
- le case di ristorazione, che collegano la passione per le ricette antiche a un tocco di modernità;
- i locali etnici, che suggeriscono un’interessante alternativa a tutti coloro che vogliono esplorare nuovi territori gastronomici.
I grandi piatti della cucina torinese sono nati dal mix tra cucina locale e francese, filosofia nata nel periodo in cui Torino era la capitale del Regno di Savoia. Andare con ordine in questo viaggio nel viaggio vi aiuterà a capire e, allo stesso tempo, vi aiuterà ad organizzare il vostro tempo libero in modo intelligente. Quando avrete bisogno di una pausa tra una sessione di studi e l’altra, ecco cosa mettere sotto ai denti.
Gli antipasti offrono una vasta gamma di scelta: generalmente dalle omelette alla carne di Albese, dalle insalate alla carne di vitello con zuppa di tonno, dai tomini all’olio alle carni condite e al vol au vent.
Nei primi piatti brilla la pasta rigorosamente fresca e fatta in casa, che viene cucinata in diverse forme e combinazioni tra cui gli agnolotti e le tagliatelle. Il consiglio è di assaggiarla condita con salsa al forno o grattugiata con tartufi o funghi. Meritano di essere provati anche il tipico tajarin (pasta fatta con le uova), le zuppe di pasta di grano saraceno, i ravioli ripieni di burro e salvia e i risotti con fagioli e salame.
I secondi piatti esaltano, invece, il talento rurale della zona: trovate le carni brasate nel vino o bollite e la tipica bagna cauda, antica salsa rurale in cui vengono immerse verdure crude e bollite di cui diremo dopo.
Anche la lista dei formaggi tipici di Torino è ricca e variegata. Il più famoso prodotto caseario piemontese è sicuramente il gorgonzola, inventato nel 1200, ma ci sono anche il Bra d’alpeggio, il Bruss, il Castelmagno, il dolce Murazzano, il Raschera, la robiola di Roccaverano, la Toma del Piemonte, il Bettelmat, il Cachat e i caprini di Rimella e ossolani..
E per quanto riguarda i dessert? Gli esperti consigliano di assaggiare il baccalà con cioccolato e amaretti, le piccole bignole, le nocciole e le torte al cioccolato, il cioccolato gianduia, lo zabaione e il torrone (torta con le noci). Merita una menzione a parte al cioccolato. Come dimenticare, infatti, il famoso Gianduiotto di Torino e il celeberrimo “bicerin” (“bicchierino” in dialetto torinese)?
Le stagioni della cucina torinese
I piatti tipici torinesi, poi, non vanno considerati come una macro-categoria unica. Sono legati alle stagione, essendo fatti di ingredienti di qualità, ed ad esse rispondono. Ecco il calendario di cosa mangiare in Piemonte:
In inverno
Tipico piatto invernale sono le cabiette originarie della zona di Bardonecchia in Val di Susa che sono un primo piatto piuttosto insolito, composto da patate grattugiate crude, cipolle, seghetto, ortica, formaggio leggero e uova. Anche il cappone è un piatto stagionale, davvero gustoso e piuttosto raro. Ce ne sono due tipi diversi: quelli di Alba (fiori di zucca ripieni di carne bollita o arrostita, salame cotto, prezzemolo, aglio, uova e parmigiano e successivamente fritti nel burro) e quelli di Vercelli (avvolti in un cavolo verde un po ‘cotto e contenente anche riso bollito);
In primavera
Si tratta del periodo ideale per le frittate, essendoci delle belle e buone erbe che crescono nei campi e nell’orto. Un altro grande piatto della cucina primaverile è il fritto misto, che rappresenta più di altri piatti piemontesi, un inno alle capacità del cuoco; Per quanto riguarda il pesce, un altro piatto primaverile è la tinca in carpione; anche carpe, anguille e trote possono essere cotte in questo modo.
In estate
E’ il momento dell’anno in cui molti ristoranti, iniziano a inserire nei loro menù i camosci: davvero preziosi e rari, la loro carne è alla base del camoscio stufato, piatto tipico piemontese e valdostano. Le cipolle ripiene sono un altro piatto estivo, che, secondo la tradizione, è nato a Settimo Torinese, dove per anni hanno rappresentato il piatto tipico dell’ultima domenica di agosto. Inoltre, molti ristoranti suggeriscono un piatto di rane che, se una volta erano cibo per i poveri, oggi al contrario sono molto costose.
In autunno
Il protagonista principale dell’autunno torinese è il tartufo bianco, piatto da provare con un’insalata di carne cruda, con il tajarin, con fonduta (formaggio), con uova fritte, con prosciutto crudo con un goccia d’olio, con formaggio delicato di giusta stagionatura, o da solo con una goccia d’olio. In passato, l’autunno era la stagione degli agnolotti ma oggi li potete trovare e mangiare tutto l’anno. Con i ravioli, gli agnolotti sono uno dei primi piatti classici della cucina piemontese. Questo è anche il momento dell’anno ideale per il bollito e per il brasato, il cui nome originale è “Bue brasato al Barolo” (bue brasato con il vino Barolo. Per quanto riguarda la carne cruda esistono numerose versioni, da albeisa al carpaccio.
Le proprietà nutritive della bagna cauda
Si scrive Torino e si legge bagna cauda. E’ il simbolo culinario della città in Italia e nel mondo ma non tutti sanno che, nonostante abbia un sapore intenso, è una ricetta che non apporta molte calorie nè troppi grassi. Per molti conterranei è un rito conviviale che prevede la condivisione del cibo in forma collettiva da parte dei commensali, che lo attingono tutti insieme da un unico recipiente somministratore.
Alla base di questo piatto tipico piemontese ci sono aglio, olio extravergine d’oliva ed acciughe dissalate. Questo significa che le proprietà nutritive della bagna cauda sono quelle di questi particolari ingredienti. Le acciughe sono ottime per disinfettare la gola ed asciugare, col sale, il catarro in eccesso. L’aglio ha un ottimo effetto preventivo nei confronti degli infarti e degli scompensi cardiaci.
Come si mangia la bagna cauda? Viene portata in tavola nel dian, tegame di cottura in terracotta, e mantenuta in temperatura mediante uno scaldino di coccio riempito di braci vive, la s-cionfetta. Viene servita con vino rosso intenso come il Barolo. Non è un gusto delicato.
I migliori ristoranti di Torino
Se tutto questo parlare di cosa mangiare in un ristorante torinese vi ha messo l’acquolina in bocca, è ora di chiudere momentaneamente i libri e testare la teoria in pratica. Ecco una breve e non esaustiva lista di ristoranti torinesi storici:
- Da Celso, che brilla perché il signor Celso passa ancora tra i tavoli a fare battute e ad illustrare il menù del giorno che varie spesso e che comprende sempre piatti tipici;
- Trattoria Valenza, che è sita nel Borgo Dora, rione storico all’interno del quartiere Aurora, ed è tappa immancabile dopo un giro al Balon, il mercato dell’antiquariato che si tiene ogni sabato in queste strade;
- Osteria Antiche Sere, che è entrata nella leggenda grazie al suo peperone ricoperto di bagna cauda e allo stinco di maiale e che in primavera si dota di un delizioso pergolato che rende un po’ più facile trovare posto;
- Osteria Le Putrelle, che è ideale per gustare piatti come gli agnolotti alle tre carni con burro nocciole e Montebore, tutti gli antipasti tipici e la battuta di cruda piemontese;
- Coco’s, che è la più popolare in città e, non a caso, è aperta solo a pranzo. Tra gagliardetti e distributori di noccioline, perlinato e vecchie cartoline, è sopravvissuta a tutti i mutamenti del quartiere in cui si trova, San Salvario, epicentro della vita notturna torinese, offrendo ai suoi avventori pasta e fagioli e zuppa di ceci e costine.
Non essendo questo uno spazio pubblicitario ma un suggerimento su dove far riposare la testa dello studente dopo una lunga giornata sui libri, vi consigliamo poi di consultare le guide gastronomiche specializzate che, rispetto a noi, saranno di certo più aggiornate e più prodighe di consigli mirati.
Ora che vi siete rifatti il palato coi piatti tipici torinesi e sapete cosa mangiare da qui ai prossimi anni accademici, potete tornare con la testa agli studi. Cercate informazioni ed opportunità sul web ma, soprattutto, leggendo con regolarità gli articoli del nostro blog universitario di Torino. Con l’apposito form di richiesta di informazioni, poi, potrete farci anche domande dirette su tutto quello che non avete ancora trovato e che vi serve di sapere. Noi vi aspettiamo perché crediamo nella comunicazione e nella trasparenza di essa.