Politica finanziaria: definizione e aspetti da conoscere
Politica finanziaria? La materia è densa ma anche pregna e sta a te avvicinartici nel migliore dei modi. Nell’ottica dell’evoluzione del mercato del lavoro, dal mestiere tuttologo alle micro-professioni specialistiche, questa area della finanza potrebbe, infatti, accoglierti come una seconda casa.
In cosa consiste la materia? In quale aree economiche dell’Italia agisce? Quale formazione ci si deve dare per diventarne professionisti e, magari, protagonisti. Molti possono essere i quesiti messi sul tavolo e questa mini-guida si impegna ad evaderti molti dubbi.
Non ti resta che investire, non soldi ma tempo. Il tempo necessario a leggere fino alla fine questo articolo e capire se è la tua strada diventare esperto di politica finanziario. Buona lettura e… buona fortuna.
Politica finanziaria? Per capirla bene è bene partire dalla sua definizione. Secondo i più autorevoli economisti:
“la politica finanziaria dello Stato consiste nel procurare, spendere ed amministrare le finanze pubbliche. Le entrate dell’economia pubblica (cioè dello Stato) derivano soprattutto dalle imposte, che si dividono in imposte dirette e indirette”.
E’ ovvio che non puoi ambire a diventare un esperto di politica finanziaria senza prima aver conseguito una laurea in Economia. In tal senso l’offerta telematica ed in aula dell’università Niccolò Cusano è ampia e così strutturata:
- corso di Laurea in Economia Aziendale e Management;
- corso di Laurea Magistrale in Scienze Economiche.
Il risparmio economico di studiare a distanza, senza costi di vitto e alloggio e studiando nelle ore a te più comode, devi poi prevedere un master. Quelli in area economica di Unicusano, non a caso, sono pazzeschi perché estremamente ben fatti e “sul pezzo” dell’attualità.
Ecco la pagina dove trovare i master post laurea in Economia della Cusano.
Ora è chiaro il contesto generale della politica finanziaria e la formazione che ti serve per iniziare questo percorso, meriti di entrare più a fondo sull’item.
Ecco gli obbiettivi della politica finanziaria:
- soddisfare i bisogni collettivi con la produzione di beni e servizi pubblici;
- promuovere lo sviluppo economico dell’Italia;
- assicurare la stabilità del sistema economico attenuando gli squilibri di carattere congiunturale;
- attuare un’equa redistribuzione del reddito nazionale.
Non è un caso che sia di pura e totale spettanza dello Stato ponderare e mettere in pratica decisioni legate a:
- la collettività dell’interesse degli obiettivi da raggiungere;
- la scala di valori degli obbiettivi da considerare;
- la gestione del livello di ricchezza del paese rispetto all’attuazione dei suddetti obbiettivi.
E i suoi mezzi? Gli strumenti della finanza pubblica passano principalmente attraverso la spesa pubblica, che immette nel mercato un flusso di denaro che alimenta i consumi e gli investimenti con effetti sulla domanda globale.
A seconda della direzione che si vuol prendere, la manovra di finanza pubblica può consistere nell’espandere o contrarre il volume complessivo della spesa e nello scegliere tra diversi tipi di spesa.
Le entrate pubbliche, infine, sono l’ossigeno per la Pubblica Amministrazione perché sono i mezzi necessari per finanziare le spese pubbliche. Oltre le tasse, altre fonti sono i proventi di beni e imprese pubbliche e l’accensione di prestiti.
Il bilancio è il quadro contabile che registra in modo completo le entrate e le spese dello stato e consente di coordinare la manovra della spesa con la manovra delle entrate e di programmarne gli effetti.
Politiche fiscali
All’interno della politica finanziaria,r gande peso hanno le politiche fiscali. L’Italia in questo non brilla molte, da tempo esercita una pressione eccessiva sul cittadino e sulle aziende che sta portando alla fuga all’estero dei cervelli e all’internazionalizzazione dei nostri business.
Ecco quali sono le due macro aree della politica fiscale nostrana.
Le imposte dirette
Consistono in una somma versata allo Stato da una persona fisica o giuridica in base al suo reddito e al suo patrimonio. Ogni persona è obbligata a dichiarare la sua situazione economica nella dichiarazione fiscale, in base alla quale si stabilisce quanto sborsare.
Importante è anche capire cos’è l’aliquota, che è la percentuale di denaro versato allo Stato in rapporto al reddito. Ovviamente più aumenta più il reddito e più il patrimonio è grande e più si paga con l’alto obiettivo di creare un maggiore equilibro sociale.
Le imposte indirette
Rispetto all’altra tipologia queste sono uniche e non periodiche e non sono versate in base alla situazione economica tua.
Un esempio di imposta indiretta? L’IVA, tanto discussa e tanto modificata in questi anni recenti. Detta anche “imposta sul valore aggiunto”, la paghi se consumi un dato bene o anche se usufruisci di prestazioni. Altre imposte indirette sono:
- la tassa d’iscrizione in un registro pubblico;
- la tassa di canalizzazione;
- la tassa di miglioria, versata da parte della persona allo stato in cambio di vantaggi particolari (ad esempio la costruzione di un marciapiede davanti a casa propria).
Politica monetaria e fiscale
In un modo o nell’altro si parla di soldi, è ovvio che la politica monetaria sia parte integrante della partita. Secondo la definizione di politica monetaria la materia “verte sulle decisioni prese dalla Banca Centrale per influenzare il costo e la disponibilità del denaro nell’economia”.
Nell’area dell’euro la decisione di politica monetaria più importante della Banca Centrale Europea è solitamente quella sui tassi di interesse di riferimento. Qualsiasi modifica dei tassi di riferimento ha peso, a sua volta, sui tassi di interesse che le banche commerciali applicano ai prestiti concessi alla clientela. In altre parole, questa decisione influisce sulla spesa dei consumatori e sugli investimenti delle imprese.
In periodi lunghi di bassa inflazione e tassi di interesse contenuti, la Banca Centrale può anche adottare misure non convenzionali di politica monetaria, come i programmi di acquisto di attività.
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Non è che si possa esaurire tutta qua la politica finanziaria ma di certo con questa mini-guida qualcosa in più la sai.
Molto altro, anche sugli studi da perseguire per andare a lavorare in questo settore, lo carpisci leggendo tra le righe degli articoli del nostro blog universitario di Torino dove novità importanti ed informazioni utili sono all’ordine del giorno.
Attraverso l’apposito form di richiesta di informazioni, infine, potrai toglierti anche quei dubbi di cui ancora non sei convinto.