Mangiare a Torino: ecco dove andare se siete studenti
Mangiare a Torino? Importante. Per tante ragione. La prima, e meno evidente, è che, se siete studenti all’ombra della Mole Antonelliana, dovete imparare a gestire il tempo di studi che significa alternare alle ore di preparazione anche ore di relax. Lo fanno tutti gli sportivi e lo dovete fare anche voi perché il cervello va dosato tra picchi e ribassi. Non è una questione semplice come sembra, però, perché non tutti i break sono uguali. Andare a ballare in un rave bevendo alcol e facendo le ore piccole debilita il fisico e la testa e vi mette in condizione di sprecare troppo tempo per recuperare la concentrazione. Gustare una cena tipica torinese, invece, è un gran compromesso perché è una pausa breve e non fa che fare bene all’umore e alla pancia. In quest’ottica vi segnaliamo volentieri su questo blog dove poter mangiare a Torino. Buon appetito.
Mangiare a Torino? Lo si può fare e lo si può fare bene. Il luogo comune vuole che in Piemonte non si mangi bene ma non è vero. E’ una cucina squisita.
I due “must” sono:
- il bollito, che è un modo particolare di cucinare la carne rendendola molto morbida e dal sapore delicato tutto da arricchire con una serie di salse speziate a base di erbe e di aglio;
- la bagna cauda, a base di aglio e verdure da intingere, che è una tipica specialità gastronomica della cucina piemontese, originaria in particolare dell’Astesana, delle Langhe, del Roero, del Monferrato, delle aree meridionali della città metropolitana di Torino e delle province di Cuneo, Alessandria e Asti.
Dove provare queste due specialità culinarie torinesi e non solo? Questa è una lista dei tre ristoranti per studenti a Torino più amati:
-
Cianci Piola Cafè
Situato in una delle zone più carine e frequentate della città, il Quadrilatero Romano, ha un menù semplice ed economico. -
La Vetreria
E’ un locale molto molto particolare. Consigliato soprattutto per le tante carine serate, sempre differenti, organizzate tutti i mesi, come ad esempio il famoso aperitivo linguistico o le giornate del baratto. -
La piola
Situata molto vicina sia al polo di Palazzo nuovo, sede delle facoltà umanistiche di UniTo, che alla Mole. Offre vino sfuso e cibo casalingo: mix amato dai giovani che optano spesso per i tomini al verde e per i contorni da capogiro.
Ristoranti vegani a Torino
Per gli amanti della cucina vegana c’è qualcosa in città? Certo. Dovete ricordarvi che il culto della carne non appartiene a questa parte dell’Italia dove, anzi, per via della presenza prominente delle montagne, si tende, da sempre, a cibarsi con quel che la natura “selvaggia” offre e quindi ad usare nei menù molta frutta e molta verdura dei luoghi.
Se questa ipotesi per alcuni moderna mentre per altri antica come l’uomo vi aggrada ol almeno, vi incuriosisce, ecco una nutrita lista di posti da provare a cena:
- Oh! Mio Bio;
- L’Orto già Salsamentario;
- Mezzaluna;
- Ratatouille;
- Chiodi Latini New Food;
- Soup & Go;
- Soul Kitchen;
- Veg&veg – Ristorante & Bio shop;
- Verdegusto;
- Giuggiole – Bioveganeria;
- SFood;
- Exki;
- Flower burger.
Non dimenticate di bagnare tutto col vino. Questa è regione sacra per i rossi piemontesi i cui più importanti sono:
- Alta Langa;
- Alta Langa spumante prodotto nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo;
- Alta Langa spumante rosato prodotto nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo;
- Arneis;
- Roero Arneis prodotto nella provincia di Cuneo;
- Barbera;
- Barbera d’Asti prodotto nelle province di Alessandria e Asti;
- Barbaresco prodotto nella provincia di Cuneo;
- Barolo prodotto nella provincia di Cuneo;
- Brachetto;
- Brachetto d’Acqui passito prodotto nelle province di Alessandria e Asti;
- Cortese di Gavi prodotto nella provincia di Alessandria;
- Dolcetto di Diano d’Alba prodotto nella provincia di Cuneo;
- Erbaluce;
- Erbaluce di Caluso prodotto nelle province di Biella, Torino e Vercelli;
- Erbaluce di Caluso passito prodotto nelle province di Biella, Torino e Vercelli;
- Erbaluce di Caluso spumante prodotto nelle province di Biella, Torino e Vercelli;
- Gattinara prodotto nella provincia di Vercelli;
- Ghemme prodotto nella provincia di Novara;
- Moscato;
- Moscato d’Asti vendemmia tardiva prodotto nelle provincie di Alessandria, Asti e Cuneo;
- Moscato d’Asti Canelli prodotto nelle provincie di Asti e Cuneo;
- Moscato d’Asti Santa Vittoria d’Alba prodotto nella provincia di Cuneo;
- Moscato d’Asti Santa Vittoria d’Alba vendemmia tardiva prodotto nella provincia di Cuneo;
- Moscato d’Asti Strevi prodotto nella provincia di Alessandria;
- Nizza prodotto nella Provincia di Asti.
Trattorie a Torino
Con quanto detto circa il come mangiare a Torino, abbiamo accontentato le tasche ed abbiamo accontentato i vegani, ora diamo lustro alla storia. Tra le più antiche trattorie di Torino ce n’è una che ci sentiamo di segnalarvi perché se ne parla molto tra i food blog.
Si tratta di Scannabue che si trova nel quartiere di San Salvario, dove ristoranti e bar alla moda si allineano lungo le strade. E’ un caffè del XIX secolo, anche se forse ricorda più un bistrot parigino, con i suoi arredi color cioccolato e verde oliva, le assi del pavimento in legno e la strana curiosità sparsi qua e là.
Il menù degustazione di Scannabue (che costa solo 30 euro) comprende una selezione di antipasti presentati in modo creativo come coniglio, tartare di manzo e merluzzo e purè, insieme agli agnolotti del plin fatti in casa ripieni di coniglio, manzo e maiale.
Se poi il cibo lo volete cucinare a casa o farvelo consegnare, ecco le commedie romantiche più recenti davanti a cui potrete darvi un po’ di riposo.
Ora che vi abbiamo “apparecchiato” come mangiare a Torino, è tempo che torniate ai “sapori” di una volta e cioè a quelli più prettamente accademici. Non dovete mai dimenticarvi, infatti, che la vostra missione è laurearvi e che, per farlo bene, avete sempre bisogno di conoscere le migliori informazioni.
Come? O ce le chiedete direttamente scrivendo ed esponendo i vostri dubbi attraverso l’apposito form di richiesta di informazioni oppure leggendo, day by day, tutti i nostri articoli che mettiamo sul blog universitario di Torino.