Morte del cantante dei Linkin Park: uno spunto per formarsi in Psicologia
La morte del cantante dei Linkin Park ha sconvolto tutto il web in questa estate torrida che prende male per gli amanti della musica. Dopo il suicidio di Cornell, infatti, arriva a stretto giro anche la scomparsa di un altro grande della musica internazionale. Pure in questo caso è stato un gesto auto inflitto. Chester Bennington aveva 41 anni e sei figli (da due mogli diverse) ed anche una carriera super avviata che lo aveva da tempo messo al centro dell’Olimpo del rock (“Nu metal” per la precisione). Eppure qualcosa nella sua testa non andava, qualcosa mancava. Il suo corpo è stato trovato senza vita poco prima delle 9. Problemi irrisolti con alcol e droghe? Drammi interiori dovuti al fatto che da bambino era stato abusato? Insoddisfazione da rockstar? Molte potrebbero essere le ragioni di questo gesto estremo o forse anche tutte insieme. Quel che a voi interessa è che questo spunto di attualità può accendervi una scintilla nel cuore. Forse potreste fare in modo che queste cose non accadano più. Come? Con l’unica strada possibile per salvare le persone… studiare per diventare psicologi. Ecco considerazioni interessanti sull’offerta didattica di Psicologia di Unicusano Torino, tra corsi di laurea triennali e biennali e master ad hoc. Volete saperne di più? Fate una buona lettura.
Si parla solo della morte del cantante dei Linking Park. A trovare il corpo senza vita di Chester Bennington sembra essere stato il suo bodyguard, Martin Kirsten, che era andato a cercarlo dopo la richiesta della moglie, Vicky Karayiannis, che non riusciva a rintracciarlo. Il cantate era solo in casa, con la famiglia fuori città. Le autorità, allertate subito dopo la scoperta, hanno avviato le indagini. Droga? Alcol? Depressione (di cui soffriva in modo conclamato)? Tante sono le ipotesi. Di certo ha pesato anche la scomparsa improvvisa di Chris Cornell che per la voce leader del Nu Metal mondiale era un mito ma anche un grande amico.
E voi che ruolo potreste avere in questa vicenda? Da protagonisti. Perché se la depressione ha giocato un ruolo così tetro in un soggetto che, sulla carta, aveva tutto, forse è il caso di sfornare psicologi ancora più bravi ad evitare situazioni limite come queste. Se vivete a Torino, Unicusano può davvero darvi diverse opportunità di studio.
Iniziamo subito a chiarire che potrete studiare Piscologia sia a distanza sia in presenza presso il bellissimo Learning Center che potete andare a visitare a questo indirizzo (e vi consigliamo di farlo):
La laurea triennale in Psicologia a Torino
La psiche umana è davvero complessa e misteriosa e lo dimostra ancora una volta questa storia. In molti avrebbero voluto essere al posto di Bennigton, tra fama e soldi senza limiti, ma in pochi avrebbero immaginato il baratro in cui viveva probabilmente da anni. Per questa ragione è importante che si formino dei professionisti in tal senso, gente che abbia gli strumenti di sondare l’insondabile magari riuscendo così a salvare anime prima del gesto definitivo. Il primo passo verso il raggiungimento di uno scopo così alto è la laurea triennale in Psicologia a Torino.
La durata degli studi psicologici accademici è di tre anni e possono accedervi tutte le persone che sono in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di un altro titolo di studio conseguito all’estero, purché riconosciuto valido. Per suggerirvi in modo completo se siete idonei a questo percorso di studi è previsto un test che si muove su tre gambe: una di natura matematica, una di natura fisico-chimico-biologica e l’ultima socio-antropologica ed epistemologica. Possedere abilità logiche, numeriche e verbali vi aiuterà molto a conseguire con successo il titolo di studio.
Quali saranno le competenze di uno psicologo triennale? Avrà una visione ampia dei comportamenti singoli e sociali nelle loro interazioni umane partendo dal disagio psichico e psicopatologico fino alle prime importanti infarinature di psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Non solo. Avrà anche accumulato ore ed ore di partecipazione ad esperienze laboratoriali e sul campo che spaziano tra seminari, esperienze applicative, in situazioni reali o simulate e incursioni cliniche. Saprà inoltre sfoggiare spiccate doti di utilizzazione di strumenti per la comunicazione e per la gestione dell’informazione. Infine, ma è comunque un passaggio importante, potrà aggiungere nel suo curriculum vitae l’uso di una lingua dell’Unione Europe, sia in forma scritta sia orale.
Dove lavorare dopo una laurea triennale in Psicologia? Anche se si tratta solo del primo tratto formativo di un iter che (non ve lo nascondiamo) sarebbe preferibile percorrere fino alla fine e quindi fino al master, le occasioni di trovare impiego dopo aver preso questo pezzo di carta non vi mancheranno. Potrete muovervi tra i servizi psicologici e di neuropsichiatria infantile e/o dell’adolescenza ma anche presso i dipartimenti di salute mentale e per l’età evolutiva ed anche i reparti pediatrici. Se, invece, siete attratti dalla vita lavorativa in un’azienda, avrete tutte le competenze giuste per valutare il personale e le sue prestazioni, anche con riferimento ai processi di selezione, all’orientamento al ruolo e al cambiamento organizzativo. Se, infine, avete una forte spinta al social, potrete mettere il vostro talento a disposizione dei consultori materno-infantili, adolescenziali e familiari o delle comunità per il disagio minorile, le strutture residenziali per l’assistenza ai disabili, i centri di accoglienza per famiglie e le reti dei servizi del privato-sociale.
Come diventare uno psicologo clinico
Una volta messe le mani sulla laurea triennale in Psicologia a Torino, non dovreste fermarvi. Là fuori c’è un mercato del lavoro la cui qualità altissima e voi dovete entrarci dalla porta principale con tutto il know-how necessario ad incuriosire i Responsabili del Personale. Gli studi biennali psicologici dell’università Niccolò Cusano offrono due opzioni. Uno prevede il diventare uno psicologo clinico, scopriamolo meglio.
Cosa si impara nella Psicologia Clinica? Il primo anno di fatiche punterà a farvi mettere in pratica tutto quello che avete acquisito durante lo step precedente. Si tratta di trasformare in fatti la teoria e non è un gioco considerando che all’estero ci rimproverano proprio il fatto che ci perdiamo un po’ troppo sui libri invece di rimboccarci le maniche. Il secondo anno, invece, sarete impegnati a creare doti di ideazione, progettazione e programmazione di interventi psicologico-clinici e riabilitativi. Saprete, in sintesi, muovervi in ambito ospedaliero.
E’ chiaro che trovare lavoro da psicologi clinici abbia indirizzi più chiari. Le Asl, gli ospedali pubblici e le cliniche private cercano ciclicamente queste professioni e sempre più si sta allargando la consapevolezza dell’importanza di una specializzazione anche in tal senso. Se volete assecondare una vostra indole più sociale, invece, potete mettervi al servizio dei veri consultori familiari o degli uffici preposti di supporti nei vari comuni e regioni. Infine seguire i servizi per la prevenzione del disagio e le occupazioni inerenti nelle istituzioni scolastiche (tipo gli sportelli di ascolto e i progetti di prevenzione) è una possibilità fattiva.
Perché entriamo a gamba tesa proprio ora che state iniziando a capire che nesso ci sia tra le vostre valutazioni di formazione e la morte del cantante dei Linking Park? Perché dovete assolutamente tenere a mente che questa è sì una guida ma non una bibbia dell’onniscenza. Non sarà solo leggendola che saprete tutto sulla materia. Al contrario. Questa è un’ottima partenza ma il resto della strada la farete con la benzina che troverete attraverso le informazioni in rete ma anche quelle che prenderete leggendo tra le righe dei nostri articoli che postiamo con frequenza sul nostro blog universitario di Torino. Attraverso l’apposito form di richiesta di informazioni, poi, potrete aggiungere ulteriormente tasselli al vostra mosaico. Come? Chiedendoci quello che ancora non trovate evaso nei modi che vi abbiamo illustrato.
Ora proseguiamo in questo mondo dello studio della mente presso il nostro Ateneo.
La specializzazione nella Psicologia del Lavoro
Perché conviene, dopo il corso triennale, valutare l’ipotesi di iscriversi alla specializzazione nella Psicologia del Lavoro? Perché ormai il mercato è maturo in tal senso ed ha capito che ci vogliono alcune figure professionali in grado di interagire nel modo corretto coi diversi agenti delle aziende.
Quello che sa fare uno psicologo del lavoro è agire con consapevolezza in tutta una serie di sfere cognitive di questa area precipua che sono le seguenti:
- la motivazione;
- le emozioni;
- gli atteggiamenti sul posto di lavoro;
- il mobbing;
- il clima tra colleghi;
- le culture organizzative;
- le dinamiche di gruppo.
La particolarità delle possibilità di lavoro nella Psicologia del Lavoro sta nel fatto che, oltre alle evidenti strade percorribili verso le aziende di varie dimensioni, potrete anche valutare una serie attività di consulenza da liberi professionisti che sono molto utilizzate in questo periodo perché una risorsa in outsourcing impegna di meno e, quindi, spaventa di meno.
L’offerta dei master psicologici di Unicusano
Abbiamo detto e ripetuto diverse volte che, per ambire davvero ad un ruolo da protagonista nel mondo del lavoro, dovete completare il ciclo di studi moderno che porta alla specializzazione estrema delle vostre competenze. Ecco perché è sempre più ricca l’offerta dei master psicologici di Unicusano.
L’idea della nostra realtà è di legare questa offerta all’attualità in modo tale da garantire agli studenti sempre nuove professioni. Sul sito le pagine ad hoc vengono aggiornate costantemente. Al momento questi sono i corsi di specializzazione post laurea circa la Psicologia:
- Master II Livello in Medicina, psicologia e biofisica nelle scienze umane;
- Master I Livello in Counseling Psicologico – Counseling Relazionale;
- Master II Livello in Psicologia della Salute Organizzativa: teorie, strumenti e metodologie per la valutazione del rischio Stress Lavoro Correlato;
- Master I Livello in Psicologia dello Sport;
- Master II Livello in Psicologia pediatrica;
- Master II Livello in Psicodiagnostica clinica e forense;
- Master I Livello in Psicologia Clinica e Scienza della Complessità – Clinical Psychology and Complexity Science;
Ora avete appena finito di leggere una guida su come la morte del cantante dei Linking Park possa essere un’ennesima spinta a darvi una formazione specialistica. Aiutare il prossimo (anche chi in teoria non sembrava averne bisogno ed invece era disperato) non è compito facile, però, e non potete pensare che tutto si esaurisca in questo articolo. Seguite il consiglio di metà flusso ed andate a scavare più a fondo cercando dati e notizie come fossero tartufi. Ricordatevi anche che molto ricchi sono i nostri canali social ufficiali.